mercoledì 19 marzo 2014

Miele, il dolce che gioca duro contro i batteri resistenti




Io adoro il miele e lo gusto tutti i giorni a colazione nella Crema Budwig!



Dal dolce nettare una promessa nella battaglia contro le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici e un’alternativa naturale alle infezioni in genere. Le nuove scoperte degli scienziati


Il miele è stato trovato essere una buona alternativa agli antibiotici di sintesi che, in ormai molti casi, non sono più in grado di cobattere i batteri resistenti.





Amato da molti come dolcificante e quale alternativa più sana dello zucchero bianco, il miele non è solo un alimento gustoso ma è anche ricco di virtù salutari, grazie ai suoi elementi come vitamine (A, E, K, C, complesso B), Sali minerali tra cui ferro, rame, manganese, iodio, silicio, cromo. Altri elementi importanti sono per esempio gli enzimi e le sostanze battericide. E proprio queste ultime sono state oggetto di un nuovo studio i cui risultati sono stati presentati durante il 247th National Meeting of the American Chemical Society (ACS), che si tiene dal 16 al 20 marso 2014 a Dallas, in Texas.

Il miele dunque non solo come dolcificante o alimento prelibato, ma anche e soprattutto come risposta alla crescente resistenza agli antibiotici da parte di una sempre più nutrita schiera di agguerriti batteri patogeni.
La dott.ssa Susan M. Meschwitz e colleghi della Salve Regina University di Newport hanno scoperto che il miele è in grado di affrontare efficacemente e in diversi modi le infezioni batteriche.

«La proprietà unica del miele – ha spiegato la dott.ssa Meschwitz – risiede nella sua capacità di combattere le infezioni su più livelli, rendendo più difficile per i batteri sviluppare una resistenza. Ovvero, utilizza una combinazione di armi, tra perossido di idrogeno, acidità, effetto osmotico, un’alta concentrazione di zuccheri e polifenoli che uccidono attivamente cellule batteriche».
L’effetto osmotico, spiegano i ricercatori, è il risultato della elevata concentrazione di zuccheri nel miele. Questo fattore richiama l’acqua dalle cellule batteriche, conducendole alla disidratazione e di conseguenza uccidendole.

Ma il miele non si ferma qui, dimostrando proprio come affermato dalla ricercatrice che agisce su più fronti. Un’arma di resistenza dei batteri è infatti anche la formazione di un biofilm che li protegge dagli attacchi dei farmaci antibiotici. Ebbene, come dimostrato anche da diversi studi, il miele inibisce la formazione di questo biofilm.
«Il miele può anche interrompere il quorum sensing, che indebolisce la virulenza batterica, rendendo i batteri più sensibili agli antibiotici convenzionali», ha sottolineato Meschwitz.
Per quorum sensing, s’intende il modo in cui i batteri comunicano fra loro, e si organizzano per dare vita alla formazione di biofilm. Gli scienziati fanno notare che in alcuni batteri questo sistema di comunicazione controlla anche il rilascio di tossine, che influisce sulla patogenicità dei batteri, o la loro capacità di infettare un organismo.

La dott.ssa Meschwitz ha inoltre spiegato che il miele si differenzia dagli antibiotici di sintesi nella lotta ai batteri perché, a differenza dei primi, non attacca i processi di crescita essenziali dei batteri. Questo approccio, che è alla base del meccanismo d’azione degli antibiotici convenzionali, è fondamentalmenteuno dei responsabili della resistenza ai farmaci da parte degli agenti patogeni.
Secondo Meschwitz, il miele è efficace perché è ricco di antiossidanti, come i polifenoli, tra cui acidi fenolici, acido caffeico, acido p-cumarico e acido ellagico, così come molti flavonoidi.
«Diversi studi hanno dimostrato una correlazione tra il non-perossido antimicrobico e l’attività antiossidante di miele e la presenza di composti fenolici nel miele – ha aggiunto Meschwitz – Abbiamo eseguito i test standard sugli antiossidanti del miele per misurare il livello di attività antiossidante. Abbiamo separato e identificato i vari composti polifenoli antiossidanti. Nei nostri studi antibatterici, abbiamo testato l’attività del miele nei confronti di E. coli, Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa, tra gli altri».

Infine, l’autrice dello studio ha ricordato che un gran numero test in laboratorio e studi clinicihanno confermato l’ampio spettro antibatterico, antimicotico e antivirale di miele.
Insomma, il miele è sì dolce, ma quando il gioco si fa duro anch’esso inizia a giocare duro.

 Foto: ©photoxpress.com/Maria Brzostowska

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