lunedì 20 gennaio 2014

Il doping della carne da mangiare: Anabolizzanti, ormoni e antibiotici



Articolo preso da www.macrolibrarsi.it


Boicottare per Credere

Come si legge ottimamente sul sito di Peacelink gli ultimi eventi, di cui i mass media hanno dato notizia, legati alla qualità della carne in commercio, confermano che il trend della globalizzazione sta sfasciando qualsiasi ambito produttivo e sta deprivando i cittadini del mondo anche delle più comuni norme di sicurezza in campo nutrizionale e salutistico. È chiaro, cioè, che le grandi industrie agroalimentari hanno delocalizzato la produzione nei paesi del sud del mondo, e in Europa hanno ristrutturato i processi produttivi in modo tale che la carne pregiata sia venduta a costi molto bassi. La risposta locale è allora una produzione scriteriata, al di fuori delle leggi, con il fine frenetico di produrre sempre più carne nel minor tempo e al minor costo possibile per essere competitivi sul mercato.

Polli, tacchini, conigli, maiali, vitelli ecc. vengono sempre più allevati intenzionalmente con l'uso di sostanze nocive per la salute umana, ma che hanno effetti sulla incentivazione della produzione di carne negli animali.

Alcune di queste sostanze sono veramente tossiche per l'uomo: cloramfenicolo, boldenone, steroidi anabolizzanti ecc. hanno effetti sulla salute che vanno da quelli addirittura ancora sconosciuti agli scompensi al sistema linfatico e sino alla cancerogenicità. Senza contare poi altri effetti che derivano dalla presenza nelle stesse carni di ormoni, antibiotici e altri prodotti chimico-farmaceutici che vengono di prassi somministrati agli animali da allevamento.

Cosa fare allora di fronte a una situazione che negli anni sembra non avere più soluzioni? Le reazioni che vediamo sono solitamente di due tipi. Ci si batte il petto per il senso di colpa nell'aver contribuito a edificare questa società dissennata e però necessaria, cercando di mediare e trovare dei compromessi, oppure ci si scaglia con indignazione contro gli avvelenatori accusandoli di ogni ignominia, addossando loro ogni responsabilità e invocando maggiore repressione.

A nostro parere, tuttavia, questi due atteggiamenti non ottengono risultati benefici e non portano ad una soluzione del problema. L'unica via di scampo è infatti secondo noi cambiare le regole su cui è oggi imperniata la società. Certo, queste possono sembrare parole fuori luogo o esagerate, ma solo reimpostando i valori su cui si fonda la comunità (benessere collettivo e non benessere dei più scaltri, solidarietà e non sfruttamento, soddisfazione dei bisogni e non dei desideri inconvulsi o indotti, evoluzione interiore e non rincorsa idolatrica di denaro/potere) sarà possibile troncare alla radice tutte le future complicazioni che derivano dalla globalizzazione e che impoveriranno altrimenti l'esistenza su questa terra, sino a renderla molto invivibile per la maggior parte dei suoi abitanti, umani e non.

Come si inizia? Boicottando per quello che si può le multinazionali, la grande distribuzione e i supermercati e cercando di tessere delle reti senza intermediari "dal produttore al consumatore" che si fondino sulla conoscenza diretta o sull'amicizia, fiducia e simpatia tra persone che condividono nuovi schemi di pensiero per questo mondo: il biologico, l'agricoltura e il commercio locale, le relazioni non competitive, la cooperazione, il boicottaggio delle banche ecc.).

Piano piano, certo. Ma costantemente, da qui all'infinito...


Valerio Pignatta

Zootecnia dopata: sostanze illegali provenienti da 9 paesi esteri di cui 5 dell'UE
Dichiarazione di Marco Moruzzi responsabile nazionale agricoltura Commissione Europea

"L'indagine dei carabinieri del NAS di Bologna, che operano sotto il coordinamento della Procura di Rimini, è la più estesa azione effettuata in questi anni in Europa contro la produzione, il commercio e l'uso clandestino di farmaci e sostanze chimiche proibite destinate alla zootecnia per accelerare la crescita degli animali negli allevamenti intensivi.
Dalle fonti ufficiali emerge che ci troviamo di fronte a ben 40 sostanze diverse, alcune sono cancerogene, in particolare una il (17beta boldenone) è stata individuata per la prima volta in Europa, mentre molte altre contengono addirittura percentuali di sostanze sconosciute e sospette a detta dello stesso Comando dei Carabinieri per la Sanità. Non si tratta di farmaci scaduti o trafugati, ma di prodotti appositamente fabbricati per il mercato clandestino.
Non ci troviamo di fronte ad una organizzazione criminale italiana ramificata in 31 province, specializzata nel reperimento di antibiotici, chemioterapici, farmaci ed ormoni provenienti dal circuito commerciale, ma di una vera rete clandestina che parte dall'estero, dove si produce su commissione per alimentare un traffico che evidentemente non si limita al nostro territorio.

L'organizzazione coinvolge ben 24 società con tanto di laboratori e centri di produzione che hanno lavorato per alimentare questo traffico illegale proveniente da: Svizzera, Cina, San Marino, Spagna, Olanda e Germania, Belgio , Est Europeo e Tailandia.
Questi prodotti circolano come fossero sostanze stupefacenti e già negli anni scorsi alcuni organi di stampa avevano addirittura collocato questo business tra le principali fonti di entrata della criminalità organizzata.
Ritengo che non si debba criminalizzare in modo generalizzato la zootecnia italiana, poiché all'estero le condizioni di allevamento spesso sono più esasperate di quelle nazionali, agli addetti ai lavori sono noti i "famigerati" mega allevamenti dei Paesi Bassi. Negli Stati Uniti l'uso degli ormoni è addirittura consentito per legge e praticato correntemente.
Si deve dare atto che in Italia la rete dei veterinari pubblici è la più estesa d'Europa. Ciò non toglie che dopo questa vicenda si devono ridiscutere anche a livello europeo nuove regole comuni per la gestione degli allevamenti.

E' un dato di fatto che la rincorsa al ribasso del prezzo della carne sta creando grandi difficoltà proprio agli allevatori più responsabili, che non considerano gli animali una macchina da carne e che non vogliono produrre "cibi spazzatura".
Per tutelare gli allevatori seri ed i consumatori occorre rivedere anche il sistema di controllo, dato che la ricerca di antibiotici e ormoni nelle carni, come quelli individuati in questo traffico illecito, sono ridotti al lumicino a causa dell'elevato numero di principi attivi da ricercare.
Il Decreto Legislativo 336 del 1999 prevede ad esempio che nel settore avicolo, anabolizzanti ormoni ed antibiotici vengano ricercati, dopo la macellazione, su 12 polli su 1.000.000.
Penso che sia evidente che queste quantità di controlli hanno scarso effetto dissuasivo.
I Verdi chiederanno l'istituzione dell'inchiesta parlamentare, e nei prossimi giorni si attiveranno affinché la Commissione Europea riferisca al Parlamento Europeo sull'efficacia del sistema europeo di controllo sull'uso degli antibiotici e ormoni negli allevamenti.

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