giovedì 30 gennaio 2014

Mangiare Sano si può...anche nello spazio !



Samantha Cristoforetti sarà la prima donna italiana nello spazio: partirà, infatti, a novembre, con la missione “Futura” per rimanere diversi mesi in orbita nella Iss. Per sua stessa ammissione, la nutrizione sarà uno dei pallini ed è una delle priorità a cui darà maggiormente attenzione.
Da appassionata di sana alimentazione, sta seguendo infatti in prima persona la formulazione dei suoi “bonus food”, cioè i cibi delle grandi occasioni, che potrà consumare nello spazio, curati proprio insieme ai tecnologi di Argotec, azienda torinese che collabora ormai da anni con l’Agenzia spaziale europea proprio sul training.
“A differenza di quanto abbiamo fatto con Luca Parmitano, assieme a Samantha stiamo preparando un menu molto particolare - spiega David Avino, managing director di Argotec - con ingredienti molto semplici e reperibili, e con un occhio al risparmio”.
Il motto per quando Samantha sarà a tavola sarà infatti: “un’alimentazione sana è possibile anche spendendo poco”, un messaggio, partito proprio dalla stessa astronauta, che ha da subito entusiasmato l’Esa e ben si sposa con le attività in vista dell’Expo 2015. Quale sarà esattamente il cibo delle grandi occasioni di Samantha ancora non è dato sapere: “ci stiamo ancora lavorando - chiarisce Avino - e gli ingredienti verranno svelati nei prossimi mesi”. Predisporre le pietanze per gli astronauti sulla Iss è un’impresa tutt’altro che facile. Lassù non c’è alcun congelatore per la conservazione dei cibi: sarebbe troppo costoso, così come lo sarebbe inviare i preparati attraverso celle frigorifere. Gli alimenti devono allora essere stabilizzati a tal punto da poter rimanere mesi e mesi a temperatura ambiente, senza alterarsi nelle loro proprietà nutrizionali, nell’aspetto e nel gusto seppur in totale assenza di conservanti. Per far fronte a questa sfida tecnologica, Argotec ha appena sviluppato un spazio di ricerca per lo studio nutrizionale del cibo dedicato agli astronauti, il cosiddetto Space food lab.
“I cibi che prepariamo devono avere una “shelf life” di almeno 18-24 mesi - spiega Avino - poiché noi stessi dobbiamo consegnarli alla Nasa ben prima del lancio, in modo che vengano recapitati sulla Iss in anticipo sull’arrivo dei corrispondenti equipaggi”.
Di fatto, come per il materiale per gli esperimenti scientifici, anche le provviste alimentari viaggiano separatamente dagli astronauti, su apposite navicelle cargo perché sulla capsula Soyuz, deputata invece al trasporto degli equipaggi, non ci sarebbe abbastanza spazio.


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